ALESSANDRO BIANCHI



ALESSANDRO BIANCHI ALESSANDRO BIANCHI
Livorno - Via Olanda 35 - Tel. 347 8871946 –
E-mail: alessandro.bianchi.livorno@gmail.com
Instagram: alessandrobianchilivorno_art
Facebook: Alessandro Bianchi Livorno
Link sito “ARTE A LIVORNO”/artisti/bianchi alessandro
Link sito PITTURIAMO : https://www.pitturiamo.com/it/pittore-contemporaneo/alessandro-bianchi-22540.html

BIOGRAFIA

<< Alessandro Bianchi nasce a Livorno nel 1970. Alcuni anni fa sentita la necessità di esprimere se stesso attraverso l’Arte, dopo primi approcci alla fotografia paesaggistica, completati con un corso di base, ha trovato nella pittura la soddisfazione ricercata. Da autodidatta ha provato i primi dipinti di paesaggio per poi passare alla forma astratta per poi passare alla produzione di opere dedicate ai volti femminili integrati nel tema astratto. Nel 1994 da un viaggio a Parigi trae ispirazioni dalle opere di Van Gogh, Kandinsky Picasso, Modigliani, Mirò e Pollock. Artisti immensi che influenzano le sue opere pittoriche. La passione verso la pittura, emerge particolarmente dal 1998 anno in cui ha iniziato a sentire le prime attrazioni verso i colori e le tele. Scoperta, la sensazione è divenuta una priorità.
E’ stato quindi significativo il passaggio dalla pittura ad olio su tela alla pittura acrilica su basi di gesso integrate in telai di legno interamente costruiti da se e su telai in MD.
A partire da questi anni si è intensificato l’intreccio del volto femminile su base astratta, temi che si fondono in un unico scenario.
Dal 2020 lo stile si è rafforzato con la serie Swipe Up , caratterizzato da opere con linee diagonali che “scorrono” dal basso verso l’alto che da un lato aiutano la visione del quadro e talvolta la disturbano. Queste visioni sono molto in linea con i tempi attuali legati alla tecnologia ed all’uso dei social media.
Il 2022 è stato un anno determinante per la crescita personale. Si è dedicato a scoprire nuove tecniche, creando vignette a matita su carta. Ma soprattutto ha conosciuto il Maestro Alessio Salvadori con il quale ha studiato il disegno del volto e della persona, spaziando poi dallo studio della sanguigna , all’acquarello, alle tecniche miste. Ha prodotto oltre all’astratto che rimane il preferito, molti disegni sul basket livornese e sulla musica di Springsteen.
Nel 2024 ha sviluppato una serie di piccoli astratti in acrilico su carta che ha chiamato “Tiles”.
Negli anni è passato dalla partecipazione o a varie Rassegne Collettive a Livorno, Pisa, Tirrenia(PI), Castellina Marittima(PI), Arezzo, Cecina(LI), Seravezza(LU), Alicante(Spagna), Roma, Pontedera(LI) alle esposizioni personali a Livorno, Collesalvetti(LI), Cecina(LI), Montescudaio(PI), Anzola dell’Emilia(BO), Desenzano del Garda(BS).
Ha partecipato al “Vespa World Days” di Pontedera(PI) nel 2024 con un opera sulla “Vespa Piaggio” esponendo anche alcuni astratti.
La sue opere oggi non hanno più una corrente identificata ma spaziano nei vari generi, generi che il suo sentimento artistico propone a se stesso di volta in volta. Questi lavori, svolti con passione, gratificano il suo piacere di dedicarsi all’arte, potendo così esprimersi, rendendo pubbliche le proprie opere e condividerle con le persone.>>
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ALESSANDRO BIANCHI
“Attraverso l’immagine, al di là dell’immagine”
Rispondendo ad un insopprimibile anelito ad esprimere la propria interiorità attraverso l’attività artistica, Alessandro Bianchi, dopo aver approcciato la fotografia paesaggistica, si è avvicinato all’attività creativa pittorica da autodidatta, cimentandosi in diverse tecniche e linguaggi.
Nel suo personale percorso di ricerca, l’artista ha trovato nella combinazione di diversi mezzi espressivi e materiali la sintesi per la propria estetica, elaborando uno stile originale che si caratterizza per l’integrazione di una base tendenzialmente figurativa nel tema astratto.
Ad una immediata osservazione dei suoi lavori, la sua pittura pare legata a iconografie che da un lato affondano le radici nella tradizione pittorica, dall’altro, soprattutto in alcuni esiti, in quella fotografica, cinematografica e forse anche, per certi versi, pubblicitaria.
Il mondo dipinto dall’artista è un luogo impalpabile posto a metà strada tra il reale e l’etereo, che restituisce alla nostra visione seducenti esseri femminili dalle sembianze ora più marcate, ora più evanescenti e finanche oniriche.
Bianchi impagina la bellezza e la sensualità, ritraendo il volto di donne dai tratti talvolta idealizzati, conformi al modello dominante nell’immaginario collettivo a partire dalla mitologia classica fino alla moda e all’universo mediatico contemporaneo, donne che vogliono essere femmine fino in fondo all’anima, ma lo sono in modo discreto, talvolta anche ammiccante, ma sempre estremamente misurato.
Non mancano, tuttavia, nella sua produzione anche volti di donna contemplativi, riflessivi, che rimandando a significati alti e che ci conducono ad un livello tutt'altro che fisico.
Un principio di sintesi sottende la creazione delle immagini e si riflette nell’essenzialità del tratto che definisce i primi piani dei volti, ripresi con tagli particolari, in alcuni casi fortemente ravvicinati, nei quali la scelta delle cromie e la evidenza dei segni stravolgono le fisionomie reali imprimendo alle figurazioni un’evidente semplificazione.
Talvolta le anatomie vengono quasi esclusivamente delineate dal colore, che è steso attraverso gli evidenti percorsi del pennello, talvolta si rilevano dettagli più accurati nei particolari dei volti, resi con deciso stacco cromatico, nelle rosse labbra, negli occhi espressivi e nelle ciglia, nei capelli che incorniciano e a volte invadono il viso.
L’impasto cromatico di sfondo, d’altro canto, quando più uniforme e pacato, quando più denso e vibrante, viene applicato in stesure decise eppur sfrangiate, non di rado stracciate dalla spatola che gratta e incide la superficie pittorica, graffiandone via il colore.
Balza subito all’occhio quanto il linguaggio formale di Bianchi sia ulteriormente intensificato, arricchito e vivacizzato da macchie cromatiche e spruzzi di colore, da interventi di dripping memori della gestualità e della spontaneità tipici dell’espressionismo astratto.
L’artista sfrutta qui pienamente l’irrazionalità che caratterizza questa tecnica e attraverso lo sgocciolamento dei colori, che non è del tutto controllabile e crea immagini impreviste ed imprevedibili, si concede di uscire dagli schemi delle regole artistiche, esprimendo liberamente le proprie sensazioni come soddisfazione di un predominante bisogno interiore.
Non manchiamo di personalmente osservare, tuttavia, che spesso Bianchi ama operare le sgocciolature di colore, così come alcuni interventi di incisione del supporto gessoso, secondo linee fra loro perpendicolari, quasi come se, pur nella espressività assolutamente libera che connota il dripping, avvertisse il bisogno di ricorrere a un velo di geometrismo che sia in grado di riportare, in qualche modo, ordine e misura alla composizione.
Un’altra notazione che ci pare interessante, ciò che ulteriormente depone a favore della originalità dell’artista, riguarda il particolare supporto utilizzato per le opere: tralasciando l’usuale grana della tela e la fine compattezza della tavola, Bianchi crea infatti spesse basi di gesso e colla vinilica, integrate in telai di legno all’uopo da lui stesso costruiti.
In questo modo, da un lato ottiene un elemento di grande valore plastico, dotato di una propria funzione espressiva, tanto da potersi considerare a tutti gli effetti parte integrante dell’opera, dall’altro, grazie alla complicità materica del gesso, va a ricavare una superficie irregolare e rugosa che dona, peculiarmente ad alcune sue creazioni, suggestivi effetti che sembrano ad un primo approccio richiamare nella resa pittorica certi affreschi antichi.
Ad una analisi superficiale delle opere realizzate in questi anni, il progetto creativo di Alessandro Bianchi sembrerebbe voler depistare chi cerchi di delimitarne precisamente l’identità poetica e stilistica, tuttavia, ciò che a uno sguardo approfondito sembra emergere nella giovane storia della sua produzione artistica, è una evoluzione costante ed indubbiamente coerente. In tutta onestà, noi riteniamo che sia giunto ad un punto fondamentale della propria ricerca artistica: certo non un traguardo definitivo, ma sicuramente un punto fermo assai apprezzabile che ne caratterizzerà positivamente i successivi sviluppi.
Stefano Barbieri (Victoria Art Promotion)
Livorno, 15 dicembre 2016

 
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