MAURIZIO PUPILLI
maurizio.pupilli@gmail.com
Maurizio Pupilli, classe 1955 vive e lavora a Livorno.
diplomato all’ Istituto d’arte di Pisa e all'accademia delle belle arti di Firenze”.
La sua pittura nasce da un contesto di studio, inizialmente fin dagli anni settanta (come da tradizione) prende spunto dalla pittura post macchiaiola livornese, con il tempo inizia una ricerca nell'impostazione di una pittura che studia in prevalenza lo sviluppo della luce studiando i maestri del Post impressionismo francese e i divisionisti Italiani.
Arriva con il tempo a personalizzare una forma di espressione particolare della luce, un’infinita’ di piccoli tratti a volte interrotti da punti di colore complementare ottenendo risultati notevoli, soggetti in prevalenza figurativi in un contesto spesso risultante “surreale “. Questo permette alle sue opere di risultare diverse e quindi di essere lette di conseguenza dalla pittura tradizionale.
Pupilli ha alle spalle mostre personali e collettive, partecipa al “ Premio Rotonda “ di Livorno dal 1987. I suoi quadri fanno parte di collezioni private prevalente nel nord Italia, Milano, Cremona, Bergamo.
“Ci sono momenti nella vita in cui il consueto diventa passato e la novità si trasforma in futuro.
In pittura, si chiama evoluzione, metamorfosi, sperimentazione. Tanti pittori cercano nuove strade, nuovi stimoli, nuovi modi per fare arte, spinti forse, da un bisogno interiore di confrontarsi con il presente, oppure per non essere additati come “tradizionali”, rinnegando così il proprio passato. Altri invece, pur percorrendo nuovi sentieri, non abbandonano il loro vissuto pittorico, ma anzi, lo consolidano e lo migliorano nel tempo.
Tra questi, merita una citazione particolare , Maurizio Pupilli, artista labronico, che fin da giovane ha sentito il richiamo dell’arte, influenzato dagli studi (Istituto d’arte di Pisa), e dalla vicinanza con il padre e lo zio anch'essi pittori.
Giaele Mulinari in un testo critico del 2001 scrisse: “il cambiamento di tecnica (Maurizio era partito dalla tradizione labronica) arriva spontaneamente, attraverso lo studio e la lettura dell’arte francese di un esatto secolo prima, quando Seurat sconvolse la teoria della pittura fondata sull'ottica dei colori, secondo la quale la luce sarebbe dovuta risultare dall'accostamento di tanti puntini colorati ricomposti secondariamente in unità dall'occhio umano. La visione poco ordinaria di una marina livornese di memoria nomelliana stupisce per l’intensità di un colore mai mescolato, dove il bianco trova eccezionalmente spazio nella spuma dell’onda rialzata. Punti, tocchi, tessere, segni allungati o rotondi, vere e proprie sciabolature di colore dominano le sue tele in un percorso assai impegnativo, in cui lo studio scientifico di Pupilli corre di pari passo con le emozioni e gli struggimenti sentimentali legati a un’alba o a un tramonto, fermati en plein air; ma subito riprodotti in studio. La divisione del tono che assicura purezza d’immagine e generale armonia riempie con facilità tele di diversa misura richiedendo doti di grande concentrazione e duratura esperienza”.
Maurizio, pur essendo condizionato dalla sua città, così ricca di stimoli, ha voluto trovare una sua personale strada artistica , quel suo “Puntinismo”, che tanto ha ammaliato il pubblico in questi anni. Parallelamente, negli ultimi anni, stimolato dalle visioni pittoriche di Antonio Pedretti, ha cominciato ad immergersi nel fantastico mondo del naturalismo essenziale.
Canneti, luoghi paludosi, sono diventati habitat quotidiani dove liberare le proprie emozioni, nascondere i propri stati d’animo e perché no, far affiorare le speranze attraverso i cromatismi della pittura. I colpi di luce si fanno largo tra la vegetazione rigogliosa, c’è un esplosione di colori, inseriti in un contesto dove le regole della tecnica lasciano spazio all’espressività. La natura predomina, vengono focalizzati i particolari, il figurativo viene avvolto dall'informale. Nei suoi dipinti, si apprezzano le sfumature tenui, mentre l’acqua, il cielo e la vegetazione, si uniscono creando atmosfere quiete. La natura diventa testimone del vivere quotidiano, e il fascino dei colori si unisce alla poeticità dell’insieme.
I verdi, i gialli, gli azzurri eseguiti con la tecnica del puntinismo, divenuta, come detto in precedenza, firma indelebile nelle opere di Maurizio, diventano materia reale, ambienti vissuti, inesplorati e per questo misteriosi. La sensibilità di Maurizio, unità a una gestualità marcata, riesce a trasformare queste visioni naturali, in veri e propri zoom grafici. Non sono però scatti fotografici come qualcuno potrebbe pensare, ma impressioni reali, con una particolare attenzione ai dettagli .
La lussureggiante vegetazione, realizzata con colori caldi, e le profondità delle luci, unite alla purezza delle pennellate, trasformano quindi questi ambienti lacustri in vere e proprie opere d’arte, dove figurativo e informale si fondono senza predominare l’uno sull'altro.
Maurizio, nonostante queste nuove espressioni pittoriche, è rimasto fedele ad una pittura, che lo ha visto protagonista, a Livorno, ma soprattutto in tante zone d’Italia. Città dove il collezionismo ha saputo apprezzare non solo le qualità tecniche, ma anche l’umiltà di questo artista, sempre lontano, per scelta personale, dalle luci della ribalta, ma vicino ai grandi pittori del passato”.
Mauro Barbieri