FERNANDO TERRENI
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“Dopo aver a lungo lottato invano, Fernando Terreni ci ha lasciato prematuramente poco più di due anni fa, e lo ha fatto come è nel suo stile, discreto, delicato e mite, lasciando tutti senza parole. E’ restato e resterà nella memoria dei famigliari, dei tanti amici, nella memoria degli artisti insieme ai quali è cresciuto, di quanti lo hanno conosciuto e stimato, perché ciascuno, a suo modo, lo ritroverà sempre nella sua arte. Vogliamo parlare di lui al presente.
Languide e serene atmosfere marine concorrono nel descrivere il racconto figurativo di Terreni; tocchi morbidi e precisi, quasi in punta di pennello, definiscono con rara efficacia scenari ai quali l’autore sembra davvero legato da un rapporto profondissimo.
La fresca immediatezza dell'acquerello, spesso accompagnato dalla tempera, si sposa perfettamente con la sicura manualità che l’artista ci dona nelle sue opere, dalle quali scaturisce e si dilata un senso di intima e profonda poesia. Acquerello che, come noto, è genere difficilissimo, che respinge qualsiasi grossolanità o manierismo: non consente la correzione di eventuali errori nella scelta delle cromie, non ammette finzioni, virtuosismi o furberie.
L'amore per il mare affiora da ogni pennellata, da ogni tocco, da ogni sensibile scelta cromatica. Silenti imbarcazioni dal caratteristico aspetto familiare sono colte durante momenti di tranquillità e solitudine; sono tirate in secca, adagiate sulla spiaggia o ancorate nella sicura tranquillità del porto, quasi a voler trasfondere nello spettatore la serenità che abita il cuore dell’autore. Mentre il mare asseconda ed accarezza le chiglie, queste barche ci appaiono vive, diventano attrici di una tenue e raffinata rappresentazione teatrale, sembrano appartenere ad un mondo lontano, dove la vita, il suo fluire, si sia fermato.
Riflessi e tremolii vibranti delle forme si specchiano sull'acqua che sublima il suo stato liquido in una dimensione realistica, quasi fotografica, mentre la stratificazione delle velature si incastona all’interno di un alternarsi di una coloristica dalle tinte sempre misurate, entro le quali emerge dal foglio una luce ora cristallina, ora trattenuta e quasi smorzata.
L’attenzione di Terreni, sovente rivolta alla rappresentazione dei paesaggi e delle vedute, non disdegna certo anche altri affascinanti motivi, quali i nudi ed i ritratti.
Le sue donne sono creature che vivono pienamente la propria fisicità: ritratte in interni, ora sono colte in atteggiamenti accattivanti e seducenti, ora conservano una sorta di leggerezza e di innocente freschezza fanciullesca, esaltate dalle trasparenze dell'acquerello. La luce si insinua nelle sagome delle figure, ne suggerisce la struttura anatomica, ma l’artista non scende mai nella rincorsa al particolare, al dettaglio. La caratterizzazione dei corpi è funzionale alla ricerca di un sentimento estetico, laddove la proposta della sensualità ha sempre il timbro nobile che la riscatta dalla volgarità.
Anche nel ritratto, come è sua caratteristica peculiare, l'artista inserisce la propria particolare sensibilità, tanto più evidente nei volti rugosi degli uomini che portano in sé tutto il bagaglio di un profondo vissuto. Ed è interessante notare come il suo amore per il colore spesso lo spinga ad avvicinarsi al soggetto, fino a realizzare dei primissimi piani che quasi rimandano al fotografico, tagli moderni e particolari che negano il fondo, lo spazio intorno, mentre le stesure cromatiche vanno a delineare le anatomie.
Con pazienza, con dedizione, con passione, Fernando Terreni ha portato avanti il suo dialogo pacato, ha affinato nel tempo la sua tecnica per offrirci, ed offrirsi, composizioni di particolare fascino estetico ed introspettivo. Le sue luminose immagini, all'insegna della grazia e della gentilezza, con affettuosa partecipazione restituiscono al nostro sguardo un’armonia vagheggiata, ci proiettano in una realtà in cui luce, bellezza e colore sono i segni evidenti di un godimento che coinvolge non solo l'occhio ma anche lo spirito.
E’ un mondo che ci parla di noi stessi, del nostro passato e del nostro futuro, della nostra intimità: sensazioni chiare, serene e limpide in una atmosfera calma e palpitante di VITA”.
Stefano Barbieri