NADIA COLOMBINI
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“Dire di un artista quale è Nadia Colombini,e scrivere e definire nella totalità ciò che rappresenta, non è facile, soprattutto perché ha sempre avuto un'ansia di libertà creativa. Con ciò non intendiamo accostare a tale frase la cosiddetta frenesia del fare, bensì sottolineare che le sue tante idee si sono concretate in più accensioni e riflessioni, per costituirsi in termini via via diversi: quelli che amiamo definire i suoi "gruppi di conquista", altro non sono che le coordinate per affermare linearmente le proprie esperienze, con l'insieme arricchito di continuo da un linguaggio autonomamente significante. Nadia Colombini, come altri è una protagonista della società, nel senso che quel suo tempo trascorso ha definire i giorni e gli anni ha fatto sì da farle concretare autentici racco ti lirici, più che altro in una città come Livorno che ha dato molto all'Arte.
In fondo è il medesimo spazio labronico con i macchiaioli ed i post-macchiaioli, e con più creativi in cui - dopo quella specifica figurazione ormai consegnata alla storia espressa dalla maestosità e dalla soavità dei vari Giovanni Fattori, Ferruccio Pagni, Francesco Fanelli, Raffaello Gambogi, Plinio Novellini, Angiolo e Ludovico Tommasi... ma non vogliamo in questa sede ribadire la validità degli autori ai quali si sono dedicate migliaia di firme. Nel tempo si sono avuti nuovi contributi e visioni diversificate, in un tutto che ci conduce oggi ad altri pittori anch'essi operanti con assiduità e sovente senza clamore.
La pittura di Nadia Colombini è stata fino ad oggi troppo marginale per visibilità, nonostante i giusti apprezzamenti critici ed un consenso di pubblico non indifferente, ma che coincide con più temi affrontati e risolti in un processo creativo prettamente rispondente alle esigenze del proprio pensiero il quale, a nostro giudizio, s'è espresso in più capitoli collegandosi a un universo fatto sia di dipinti sia di liriche. Queste ultime s'infiltrano sempre come un atto di amore in ogni tela.
[…] Le spighe non sono i primi soggetti del percorso colombiano, in quanto è la figura umana ad avere nell'ambito prettamente iniziale il massimo spazio. Si tratta di una figura per lo più pensosa, chiusa in sé, costruita su toni rossastri, sanguigni, con i titoli stessi geograficamente quasi controcorrente. I quali raccontano l'altrui realtà senza veli psicologici.
[…] Il suo iter varia, ciò è vero, ma assume in questi primi dieci anni del Nuovo Millennio, una decisa e precisa fisionomia, pur se diluita nel mare delle emozioni e delle sensazioni costituenti la sua giornata: immagini vissute, intime ma anche esterne, cioè fiori e foglie, colline... il mare, le tempeste e i tramonti.
Quello che si coglie in lei è la vocazione per la natura, e oggi, nella piena maturità in cui l'indagine di ogni soggetto palesa un'efficace tavolozza, è decisamente da lodare una sintesi di quel "teatro dell'anima" composto anche da una chiara interpretazione intellettuale.
I paesaggi, gli "spazi lunghi" dell'intera Toscana, i fiori vestiti di cromatismi acuti e teneri, ci donano una visione di quella natura di cui abbiamo già fatto cenno; i cieli stessi, talvolta quasi "impossibili" che tra realtà e sogno ci corrono davanti, si accendono di vibrazioni luminosissime; tangibili segni della sua capacità di capire le cose e di catturarne l'essenza, partecipando vigorosamente con un autonomo diario alla testimonianza, affinché ciò che resta della bellezza non sia violentato, distrutto e cancellato.
[…] Nadia Colombini non ha cercato l'astrazione, e neppure un modo di dipingere "per entrare nel mercato", come si suol dire, ma ha armonizzato il proprio "Io" con quell'amore risolto nella forma-colore tramite eventi osservati e fatti propri, quasi alla maniera di chi nei secoli si è specchiato nella visione naturalistica. Il gesto quasi istintivo, delicato e forte al contempo, ci ha dato l'incanto di struggenti composizioni floreali, sensibili lucenti liriche ebbre dell'alternanza dei rossi e dei verdi e dei gialli e degli altri mille spiriti della pittura: si è sempre mossa in una vasta gamma che è gioiosa e autentica partecipazione”.
Lodovico Gierut