MAURIZIO LUCARELLI
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“Oggi che in campo artistico è stato inventato tutto e il contrario di tutto, oggi che si è affermata un’arte “non arte”, sostenuta in maniera quasi esclusiva da concetti, da teorie, da tesi di fondo, in che modo l'arte può tornare a essere palpito e creazione?
Ristabilendo un rapporto fisico ed emotivo con la vita, liberandosi dalla freddezza di eccessivi condizionamenti intellettuali, parlando a tutti.
Maurizio Lucarelli ripropone temi che appartengono alla cultura di tutti noi, esprime un linguaggio pittorico che sa parlare al cuore della gente semplice, così come all’intelletto degli uomini di cultura, animato da una inquietudine intellettuale che si fa sottile emozione e si arricchisce sempre di nuovi stimoli e di nuove curiosità.
Lucarelli, senza tema di smentita figlio dei propri luoghi, della loro cultura e delle loro atmosfere, si sente profondamente legato alla grande tradizione pittorica livornese, e ne è un profondo estimatore.
Tuttavia, libero per inconscia natura dai condizionamenti, ha inteso sottrarsi ad un certo comune stanco filone labronico, non si è adagiato sul passato, ma ha saputo trarne linfa ed incitamento per evolvere un proprio, personale, linguaggio artistico che si è concretizzato in un’impronta di forte impatto visivo.
Impegnato nella figurazione, Lucarelli possiede la dote rara di chi rifiuta l'ovvietà del reale e approfondisce con originalità i soggetti presi a cuore, non cedendo mai alla retorica della sottolineatura troppo descrittiva.
Di grande suggestione sono le facciate di vecchi palazzi dai muri scrostati e gli intonaci slabbrati, fuggenti prospettive di edifici serrati e un po' obliqui, quasi volessero sorreggersi.
Questi paesaggi urbanistici altro non sono se non l’affettuoso e poetico ricordo di un mondo antico e popolare quasi del tutto perduto, testimonianza di un passato che solo in alcuni frammenti e oggetti appare essersi conservato intatto, desiderio di ritorno a dimensioni umane oramai irrimediabilmente compromesse.
Molto intensi e di grande vigore espressivo sono poi i dipinti che rappresentano il mare, con quel loro blu profondo e tormentato, talvolta solcato da barche a vela che sembrano la materializzazione dell’energia della libertà.
Quello che sempre emerge nelle tele di Lucarelli, che contribuisce a renderne il linguaggio originale e lo stile riconoscibile, è lo spiccato cromatismo, che va a costituire l’ossatura robusta della composizione.
Talvolta sembra che i gialli, i rossi, i blu, i verdi... contrastino fra loro in una stupenda lotta per la conquista della superficie spaziale. Ma alla fine l’occhio rivela alla mente la verità: nessun colore di quelli che occupano la tela riesce poi ad avere la meglio, ognuno di essi si colloca perfettamente al suo posto, dando vita a forti contrasti armonici, come una musica dalle possenti note.
Lucarelli possiede un'indubbia maestria nel mischiare il colore, sa esaltare la cromia della materia con l’attento e abile uso di fini e attente tonalità che la sua fantasia accarezza in un rapporto artistico personale e unico.
La particolare tecnica a cui il nostro artista sovente ricorre, l’uso quasi esclusivo della spatola, gli consente di estrinsecare una gestualità precisa ed istintiva, spalmando e piegando il colore al proprio volere, quasi a voler penetrare attraverso di esso per esprimere una propria comunicazione vitale ed immediatamente accessibile.
E proprio questo, ne siamo convinti, è uno dei maggiori pregi di Maurizio Lucarelli: mentre molti suoi colleghi traggono vanto nel chiudersi in una sorta di torre d’avorio, divenendo incomprensibili per una sorta di estremismo intellettualistico, lui vuole, e ben sa, farsi capire”.
Stefano Barbieri