Sognando i Corsari
pubblicato venerdì 30 giugno 2023
"Sognando i Corsari" . Al Museo della Città una mostra fofografica su Livorno e il suo mare a cura degli Archivi Alinari. Articolo e foto di Silvia Fierabracci per la rivista culturale "Arte a Livorno e oltre confine".
Al Museo della città di Livorno quest'oggi alle 18.30 si è inaugurata la mostra fotografica "Sognando i Corsari. Livorno e il suo mare negli Archivi Alinari". Visitabile fino all'8 ottobre 2023 l'affascinante esposizione, che racconta il mare con il suo potere evocativo, è promossa e organizzata dal Comune di Livorno ed è curata da Fondazione Alinari per la fotografia con il patrocinio della Regione Toscana insieme al Comune di Livorno. L'evento è stato presentato ieri alla stampa con visita in anteprima. Sono intervenuti Simone Lenzi, Assessore alla Cultura del Comune di Livorno, Giorgio Van Stratten Presidente Fondazione Alinari per la Fotografia, Rita Scartoni curatrice Fondazione Alinari per la Fotografia, Cristina Luschi dell'Ufficio Biblioteche e Musei Comune di Livorno e Giovanni Cerini, Dirigente Settore Attività Culturali, Musei e Fondazioni Comune di Livorno. Presente anche Laura Belforte Director della casa editrice Sillabe che ha edito il catalogo della mostra. Ad aprire la conferenza è stato l'Assessore Lenzi sottolinrando, tra l'altro, l'importanza della costituzione nel luglio 2020 della Fondazione Alinari per la Fotografia. "Essa ha permesso alla Regione Toscana di mettere in salvo un patrimonio iconografico che non ha pari al mondo: milioni di fotografie risalenti a quei tempi analogici in cui uno scatto non poteva mai prescindere da una riflessione, da una scelta precisa che avrebbe poi comportato un paziente lavoro sulla materia, fatto di carta e sali d'argento, per trarre dell'oscurità della camera una scrittura di luce. L'immagine di qualcosa che certo era "lì e allora", ma pure era ed è destinata a restare qui e ora", mentre il tempo passa e i luoghi cambiano inesoralmente". In quest'occasione viene esibita a Livorno una selezione dei preziosi Archivi Alinari ossia uno dei giacimenti fotografici più grandi e antichi al mondo. Il patrimonio conta oltre cinque milioni di pezzi, numerosi dei quali unici, databili dal 1841 ai giorni nostri, raccolti in centinaia tra archivi e collezioni di grande rilevanza per la storia della fotografia, non solo italiana. Nel dicembre 2019, ha ricordato Giorgio Van Stratten, questo archivio è divenuto pubblico grazie all'acquisto della Regione Toscana, che lo ha salvato dalla dispersione e dallo smembramento garantendone la conservazione e la sua accessibilità. Ma mostra livornese oltre a permettere di vedere interessanti scatti d'epoca è anche una di quelle dove per dirla con le parole della curatrice Rita Scartoni si lascia il cuore. Del resto a partire dal titolo "Sognando I Corsari" si delinea quell'accattivante fil rouge del percorso espositivo che richiama di volta in volta quella straordinaria capacità del mare di farci sognare, commuovere e ricordare. "L'inafferrabile vastità del mare può essere solo suggerita nello spazio ristretto di una fotografia" ha spiegato Rita Scartoni "Come la natura invisibile e di per sé non fotografabile del vento, anche quella del mare ha bisogno di un soggetto altro per meglio rivelarsi. La sua immensità può essere solo immaginata e sognata. Ed è con la dimensione del sogno che metaforicamente inizia il viaggio nel mare di Livorno. "Sognando I Corsari" è infatti il titolo di una fotografia di Michele Vestrini del 1958 laddove si vede un bambino di spalle seduto su una spalletta della Terrazza Mascagni che pare perdersi con il pensiero nella grandiosità del mare aperto in avventure di pirati suggerite dal veliero al largo dalla costa. Ed ecco che la quiete apparente del soggetto ci porta nella dimensione dell'immaginario dove trovano spazio l'incontro, lo scambio, la circolazione di idee e passioni, che sono caratterische tipiche di una città e di un territorio intimamente legato al suo mare quale è quello di Livorno". Il legame tra la città dei Quattro Morì e il suo mare, i cambiamenti sociali e di costume a Livorno sono raccontati attraverso un secolo di fotografi e fotografie, che spazia dall'Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento. A partire dal dagherrotipo della Dogana D'acqua attribuito ad Aristide Castelli del 1845 ca., che non a caso apre la mostra, Livorno accoglie precocemente l'invenzione della fotografia in quanto già nel 1843, a soli quattro anni dalla scoperta del dagherrotipo, Giuseppe Marzocchini apri proprio a Livorno il primo studio fotografico in Toscana. Ed ecco allora che nella suggestiva esposizione al Museo della Città scorrono foto di stabilimenti balneari, bagnanti, mareggiate, vari di navi, palombari, pescatori e non solo, in quanto alcuni scatti sono dedicati ad altri mestieri legati al mare e ai quartieri costruiti lungo le vie d'acqua interne alla città. Nomi di artisti della macchina fotografica tra cui Bettini e Miniati attraggono con il loro fascino, senz'altro, tanto gli appassionati e conoscitori della fotografia quanto i visitatori che vedono per la prima volta le loro immagini. Mentre sorprendenti e di tutt'altro tenore sono le diapositive colorate a mano dallo scienziato fiorentino Giorgio Roster nei suoi soggiorni all'isola d'Elba nella seconda metà dell'Ottocento così come sempre all'Elba sono state scattate altre fotografie amatoriali di vacanze estive risalenti agli anni Venti e Trenta.
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