Ulvi Liegi in mostra a Livorno
pubblicato venerdì 29 novembre 2024
Un linguaggio artistico originale: Ulvi Liegi interprete della luce A cura di Michele Pierleoni Sede di Rappresentanza Castagneto Banca 1910 Livorno Via Rossini, 2 – p. 1° angolo via Cairoli Dal 30 novembre 2024 al 25 gennaio 2025
L'esposizione che Castagneto Banca 1910 propone nella Sede di Rappresentanza di Livorno, durante il periodo delle festività natalizie, è dedicata a Ulvi Liegi, uno dei più significativi innovatori del linguaggio macchiaiolo grazie alla sua cultura e sensibilità. L'evento Un linguaggio artistico originale: Ulvi Liegi interprete della luce, intende riportare all'attenzione del pubblico di collezionisti e appassionati d'arte questo autore, che da trentacinque anni manca con una rassegna monografica nella nostra città, attraverso una nutrita selezione di opere tese a ripercorre la sua carriera. Accanto a capolavori assoluti di Liegi (si possono osservare anche dipinti selezionati addirittura per le Biennali di Venezia) sono accostate, in questa occasione, sapide tavolette tese a raccontarci tutto il mondo poetico del Maestro. Emerge così, in maniera evidente come Liegi, partendo dalla grande lezione dei Macchiaioli, studi la pittura impressionista, riuscendo con intelligenza e gusto a creare una sua cifra stilistica autonoma nel panorama artistico italiano. Si prenda ad esempio il dipinto Bocca d'Arno eseguito nel 1900, che attraverso una semplificazione grafica e una colorazione "straordinaria" apre il nuovo secolo in maniera eclatante, distanziandosi nettamente da lavori, anche significativi, di colleghi ancora legati alla grande pittura del secolo concluso. Molti i luoghi e le architetture cittadine raccontate dal pittore: si pensi al Mercato Centrale o la vecchia Sinagoga, per poi addentrarci nello studio della romantica Ardenza, con le sue baracchine e la vitale energia sprigionata dagli stabilimenti balneari nella stagione estiva. Per mezzo di un disegno volutamente semplificato, Ulvi Liegi cerca di restituire l'ambiente che osserva attraverso vibranti pennellate che, in alcuni dipinti, raggiungono una colorazione eccitata in una tavolozza che "vede oltre", consegnandoci vere e proprie emozioni cromatiche. Completa la mostra una piccola selezione di quadri di autori a lui coevi impegnati anch'essi nel processo di modernizzazione del linguaggio pittorico toscano come Giovanni Bartolena, Oscar Ghiglia, Llewelyn Lloyd e Mario Puccini. Nel volume, pubblicato da Pacini Editore, risulta interessante osservare un aspetto noto, ma fino ad adesso non documentato della biografia di Liegi, ovvero la sua passione per il collezionismo. Ecco quindi riemergere dalla storia alcuni frontespizi di libri antichi e xilografie giapponesi, che mostrano come la fascinazione per l'oriente fosse presente e ben radicata in città (ricordo lo splendido pavimento a mosaico della terrazza della villa Rodocanacchi in stile giapponese). Ma del resto che Liegi fosse un uomo colto lo dimostrano anche il bozzetto di un ex libris e quello realizzato per l'Università Giudaica di Livorno; oggetti che ormai solo appassionati bibliofili possono apprezzare nella loro piccola densità emozionale. Il Maestro è partecipe delle vicende artistiche cittadine, sia quelle legate al periodo del Caffè Bardi, che alle successive del Gruppo Labronico di cui è Presidente dal 1921 al 1928, salvo una breve interruzione. Una personalità quindi complessa e rilevante quella di Liegi che a Parigi ha avuto modo di vedere l'ultima esposizione degli impressionisti, ha goduto della stima di Signorini e del maestro Fattori di cui ci ha lasciato una commuovente immagine che lo ritrae nell'atto d'incidere. Un autore il nostro che sul lago di Garda pitturava in compagnia di John Singer Sargent e che per certi aspetti di mobilità atmosferica ricorda il tedesco Max Liebermann. L'esposizione gode del patrocinio del Comune di Livorno, Comunità Ebraica di Livorno, Fondazione Livorno e Gruppo Labronico, quale segno tangibile dell'attenzione dimostrata all'iniziativa realizzata dalla Castagneto Banca 1910. Un’occasione imperdibile quindi questa proposta culturale ospitata nella Sede di Rappresentanza, per venire in contatto con i valori significativi di questo autore dandy, colto, conosciuto e presente in prestigiose pinacoteche, che, come giustamente ha scritto Vincenzo Farinella è "sicuramente l'artista livornese più "europeo" tra tutti i pittori e scultori labronici (ad esclusione, ovviamente, di Modigliani)". Un percorso creativo che si dipana dagli ultimi anni del penultimo decennio dell'Ottocento fino ad arrivare alla Campagna eseguita nel 1937, nella quale si assiste ad un liquefarsi della composizione, che sembra aver presente l'interpretazione del paesaggio di Chaïm Soutine e dove anche la stesa dei panni che demarca il proscenio vuoto dall'assiepato proseguo del dipinto è partecipe di questo "scivolamento" dei piani. Biografia Ulvi Liegi (Livorno 1858-1939) Luigi Mosè Levi, che viene da lui anagrammato in Ulvi Liegi, nasce l'11 ottobre del 1858, nella città di Livorno da una facoltosa famiglia ebrea. La sua prima formazione artistica si deve a Luigi Corsi e Carlo Markò. Si trasferisce poco più che ventenne a Firenze per frequentare i corsi dell'Accademia di Belle Arti e diviene allievo di Antonio Ciaranfi. Nel capoluogo toscano, Liegi entra in contatto con i pittori Macchiaioli Giovanni Fattori e Telemaco Signorini, rimanendo affascinato dall'ambiente artistico di Bellariva; scrive Giuliano Matteucci riguardo a questo periodo: «Egli vide dipingere il Fattori così come vide il Signorini, ed è certo che l'abbeverarsi per circa quindici anni a queste due fonti prodighe di linfa fecondissima servì alla sua formazione più che tutte le lunghe giornate trascorse nell'Accademia in ascolto delle lezioni di pittura di un Ciaranfi, o di un Pollastrini ispirate al più trito conformismo» L'esordio espositivo data al 1882 alla Promotrice di Firenze, l'anno successivo espone a Torino e a Milano. Nel 1885 Liegi realizza uno dei capisaldi della sua produzione Lo studio del pittore, in cui percepiamo tutta la curiosità intellettuale che muove l'animo del nostro, valente e raffinato pittore che ama, da collezionista, circondarsi di cose eccentriche e belle. A Parigi nel 1886 visita Federico Zandomenighi e si reca all'ottava e ultima mostra degli impressionisti avendo l'opportunità di conoscere le opere di Degas, Monet, Pissaro e Sisley. Nello stesso anno partecipa a Livorno alla Mostra d'Arte Livornese che si svolge presso i Bagni Pancaldi, mentre l'anno successivo prende parte alla mostra della Società Promotrice di Belle Arti di Firenze e a quella della Società di Belle Arti di Venezia. Nel 1888 Liegi è presente a Londra alla Iª Esposizione italiana, mentre l'anno successivo torna nella capitale del Regno Unito presso la Slade School, per poi mostrarsi a Parigi all'Esposizione Universale, dove presenta Dintorni di Firenze e La sera; dipinti selezionati dal Maestro Telemaco Signorini. Nel 1895 si trasferisce a Firenze, dove, a San Gervasio, studia intensamente questi paesaggi per trasferire le sue emozioni in opere d'arte. Alterna periodi fiorentini a soggiorni in Liguria, Trentino-Alto Adige e nella natia Livorno. Nel 1902 prende parte alla Prima Esposizione Quadriennale Società Promotrice di Belle Arti di Torino con i dipinti Castagneto presso Vallombrosa, Monteripaldi, giornata grigia e Il Poggio Imperiale a Firenze. Nel 1906 a causa di frequenti attriti con la moglie si trasferisce a Roncegno, in Valsugana; è di questo periodo la conoscenza di Ardengo Soffici, qui impegnato a realizzare un ciclo decorativo in una villa, andato distrutto durante il primo conflitto mondiale. Dal 1908 Levi si trasferisce a Livorno, in via Enrico Mayer, in un palazzo attiguo al Teatro Goldoni, uno dei più significativi luoghi di cultura della città. Nell'estate del 1909 in via Cairoli ad angolo con piazza Cavour apre il Caffè Bardi, che per merito del proprietario Ugo Bardi, diviene luogo di ritrovo degli artisti livornesi; anche Liegi partecipa al clima culturale che si respira in questo locale dove ai suoi tavoli si incontrano le arti. Tra il 1914-15 prende parte alla Iª Esposizione Invernale d'Arte toscana a Firenze, nel 1916 sempre nel capoluogo toscano è presente alla Primaverile di Palazzo Medici - Riccardi per poi presentarsi a Milano all'Esposizione Nazionale d'Arte. Questi sono anni difficili, segnati dal primo conflitto mondiale, eppure nel 1918, grazie a Mario Galli, viene allestita una sua personale a Firenze. Nel 1921 Liegi prende parte alla Prima Biennale Romana; nell'anno è eletto Presidente del Gruppo Labronico, nato nel 1920 nello studio del pittore Gino Romiti, per onorare la memoria di Mario Puccini. Nel 1922 espone alla mostra La Fiorentina Primaverile nel capoluogo toscano, dove presenta i dipinti: La Pantera alle Cascine, Primavera grigia nel Parterre, Casolari a Roncegno (Trentino) e Colloquio di bambinaie sulla rotonda dell'Ardenza. Nello stesso anno compare alla IIª Mostra del Gruppo Labronico al Regio Liceo Niccolini di Livorno con ben undici lavori. Significativa, tra le varie mostre del Gruppo alle quali partecipa, quella del 1924 ordinata nella Galleria Pesaro di Milano, in cui è presente con ben quarantasei opere rappresentanti diversi periodi della sua attività. Rimane Presidente dell'associazione fino al 1928, lasciando poi il posto a Plinio Nomellini e assumendo quello di Vice Presidente. In questo anno viene ammesso alla Biennale di Venezia, ambizioso traguardo di una carriera segnata da prestigiosi momenti espositivi; nella città lagunare torna ripetute volte fino al 1936. Nel 1929 vende il dipinto Angolo d'orto al collezionista Ricci Oddi di Piacenza per la somma di lire mille accompagnato dal dono dell'incisione Giovanni Fattori nel suo studio in atto d'incidere. Nel 1932 il Comune della sua città natale lo premia con una medaglia d'oro per i suoi valori artistici e per il suo costante impegno nella diffusione della cultura. Levi, negli anni Trenta, trascrive con la sua sensibilità artistica l'interno della Sinagoga di Livorno, consegnandoci splendide testimonianze della ricchezza del vecchio Tempio della città, perso durante i disastri bellici della Seconda Guerra Mondiale. Muore in assoluta povertà il 14 settembre 1939. Sue opere si trovano in numerosi musei, tra cui il Civico "Giovanni Fattori" di Livorno, la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, la Galleria Ricci Oddi di Piacenza, La Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Nel 1970 viene stampata la significativa monografia curata da Giuliano Matteucci con la presentazione di Mario Borgiotti. Nel 1989 viene ordinata negli ambienti della Casa della Cultura di Livorno l'esposizione Ulvi Liegi nelle collezioni livornesi, nel cinquantenario della sua morte, promossa dalla Comunità Ebraica di Livorno, Comune di Livorno e Amministrazione Provinciale di Livorno e organizzata da Guido e Giorgio Guastalla. L'autore è presente in numerose pubblicazioni e mostre aventi per argomento la pittura Toscana tra Ottocento e primi decenni del Novecento. In anni recenti il Gruppo Labronico rende omaggio al Maestro con una ricca selezione di dipinti per la mostra del novantesimo dalla fondazione e con opere per le esposizioni che omaggiavano gli artisti Fondatori e i Presidenti allestite nel Palazzo Mediceo di Seravezza e ai Granai di Villa Mimbelli di Livorno. L'ultima mostra monografica dedicata a questo grande colorista livornese viene allestita nel 2015 al Centro Matteucci per l'Arte Moderna di Viareggio dal titolo Ulvi Liegi - colore vibrazione emozione . Orario: 16.00 – 18.00 (chiusa la domenica, 25, 26, 31 dicembre – 1 e 6 gennaio) Visite guidate, sabato pomeriggio, tel. 340 2375748 Informazioni Castagneto Banca 1910 su appuntamento all’indirizzo marketing@castagnetobanca.it
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