Mario Madiai. Tracce di memoria
pubblicato mercoledì 3 febbraio 2021
Mostra promossa da Fondazione Livorno Arte e Cultura in collaborazione con Comune di Livorno A cura di Giorgio Bacci
La mostra Mario Madiai. Tracce di memoria ruoterà attorno a un progetto innovativo, che presenterà un lato inedito dell’artista livornese. In particolare, partendo da un desiderio e da una visione poetica di Madiai stesso, una sala dell’esposizione sarà dedicata a un’installazione site specific, con soggetto una riproduzione fotografica di una piazza livornese, su cui l’artista interverrà con una pittura monocromatica, lasciando intravedere soltanto alcuni particolari, e favorendo una dimensione immersiva dello spettatore nell’opera. Un procedimento affascinante, per certi versi risonante di un’eco surrealista, con una realtà oggettuale che emerge da uno scavo in profondità, e che ben si presta a sintetizzare una delle caratteristiche delle opere di Madiai, che vivono di una profonda meditazione sul rapporto tra superficie e profondità, tra dato pittorico e riconoscimento formale. La sala sarà inoltre divisa a metà, come un filtro poetico, da una serie di piccole teche di plexiglas contenenti delle tele sezionate, su cui Madiai ha tracciato figure e segni. In un’altra sala, sarà invece presentata un’ampia selezione dei più recenti ‘teatrini’ realizzati dall’artista. Si tratta di lavori ricchi di spunti ermeneutici, sia per i rapporti formali che Madiai riesce a costruire calibrando i vari materiali (dalle fotografie della figlia ai disegni dei bambini), sia per il tessuto (letteralmente) di memorie che evocano: i fili da cucito ricordano inevitabilmente la madre sarta. Sono opere affascinanti, che da un lato richiamano gli equilibri instabili di Maria Lai, e dall’altro il concetto di memoria, storica e personale, sviluppato da un’artista come Shirin Neshat (seppur con accenti assai diversi e certamente lontani da quelli di Madiai). In un’ulteriore sala, sarà realizzata un’altra installazione immersiva, con una sequenza di tele monocrome intrecciate ad altre da cui emergeranno i sintagmi tipici di Madiai, richiamando, in una dialettica tra figurativo e astratto, le tele iniziali, che riprodurranno invece alcune fotografie della figlia Giorgia, su cui l’artista è intervenuto pittoricamente. La mostra svilupperà dunque un percorso di lettura alternativo attraverso le opere di uno dei pittori livornesi più amati e apprezzati, suggerendo letture visive sorprendenti. Significativamente, in apertura sarà riproposto anche il famoso Biliardo del 1962: in certe fratture della composizione e in alcuni ritagli di pittura, è infatti ravvisabile un fil rouge, inaspettato e tanto più potente, con le sperimentazioni più recenti.
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