Costantino Giannetti
pubblicato venerdì 16 dicembre 2022
Costantino Giannetti
Emozioni, movimento e tecnica nelle opere in ceramica e bronzo di un artista sensibile. di Mauro Barbieri Da oltre trent’anni, vivo e osservo l’attività artistica a Livorno, e fuori dai nostri confini. La mia esperienza, la mia sensibilità, e soprattutto l’attenzione verso le opere pubbliche visibili e non visibili, perché inesistenti ai cittadini, e ai turisti di passaggio, mi hanno lasciato molte volte perplesso. Mi sono sempre domandato se le varie Amministrazioni che si sono susseguite conoscessero tutti gli artisti che operano a Livorno, se li avessero avvicinati, se avessero valutato le ipotesi di coinvolgere e selezionare i vari nomi in base ai progetti che stavano andando a realizzare. Girando l’Italia, mi sono imbattuto in località come Vicenza e Padova, tanto per citarne alcune, e qui mi sono reso conto delle “bellezze” scultoree presenti in tutte le piazze. Opere volute dalle amministrazioni locali per abbellire e valorizzare l’attività artistica cittadina,sicuramente dopo avere valutato bravura tecnica ed estro artistico dei vari scultori presenti sul territorio. Questo mio personale pensiero, si è rafforzato entrando un giorno nello studio dello scultore e pittore Costantino Giannetti. Pur conoscendo la sua attività, ho potuto ammirare e apprezzare attraverso documenti fotografici e la vicinanza diretta con le proprie sculture, l’estro, la tecnica e la raffinatezza di questo “sconosciuto” ai più, nella nostra città, artista livornese.
Costantino Giannetti pur essendo nato a Vezzano Ligure nel 1943, si può definire livornese, poiché vive e opera a Livorno da oltre cinquant’anni. Ho voluto virgolettare “sconosciuto”, più per focalizzare l’attenzione sulla sua lunghissima attività, sconosciuta appunto a molti, ma preziosissima e apprezzata a chi l’arte la conosce e vive veramente. Il 1967 è l’anno della svolta per Costantino. Entra a lavorare all’Accademia Navale e comincia a frequentare la Scuola di Belle Arti Trossi Uberti sotto gli insegnamenti del Prof. Giulio Guiggi. La passione per l’arte diventa la sua vita, e parte integrante delle proprie giornate. Intreccia un bellissimo rapporto di amicizia anche fuori dalla Scuola con il Guiggi, e comincia a frequentare il suo studio per circa cinque anni. Pur amando la pittura, sarà il disegno a spingerlo presto verso la scultura, elaborando ben presto un linguaggio del tutto personale. In scultura comincia ad applicarsi costantemente nelle figure, studiando l’anatomia e realizzando tanti disegni preparatori. Osserva i volumi, e poi attraverso la scultura, utilizzando prevalentemente la terracotta, applica il materiale allenando l’occhio sui particolari. Le fusioni di bronzo, sono l’altro aspetto fondamentale della produzione di Costantino, realizzazioni queste, che l’hanno accompagnato in tanti anni di attività. La sua conoscenza e particolare tecnica, acquisite con l’esperienza nel tempo, gli hanno permesso di eseguire in fonderia, importanti opere ancora presenti in varie località italiane. Per Costantino, l’amore verso l’arte non poteva rimanere solo una cosa personale, vissuta all’interno del proprio studio, e nel 1991 decide così di costituire il “Gruppo arti figurative ceramiche e scultura” ,presso il Centro Culturale Polivalente in via degli Asili a Livorno. Qui, con grande passione, iniziò la propria attività didattica a favore dei giovani che si affacciavano al mondo dell’arte, e la proseguì per molti anni. La scultura libera, emozionale e personale di Costantino, nasce quasi quotidianamente. L’artista si sente se stesso ,opera con attenzione ,al fine di realizzare al meglio le sue “creature”. Parte da un’idea, da un’ispirazione, scaturita molte volte durante le sue letture, e cerca la perfezione in ogni sua opera, che reputa finita, solo nel momento in cui la vede perfetta ai suoi occhi. Infatti, la sua formazione tecnica, gli ha insegnato a prestare grandi attenzioni ai particolari, operando con precisione per realizzare quindi l’opera al meglio. Negli anni non si è legato a una scultura oppure, a un dipinto in particolare. Ogni sua opera ,ha avuto le sue caratteristiche, la sua importanza poiché in quella situazione è stata oggetto delle proprie attenzioni. Pur dipingendo egregiamente, riesce a essere completamente appagato dalla scultura . Qui le difficoltà realizzative e la tecnica, escono in maniera preponderante. Nella scultura di Costantino Giannetti, quella come ho sottolineato precedentemente, “ libera ed emozionale”, non esistono elementi che s’interrompono, ma il tutto è collegato. C’è un legame armonioso, le linee sono ammorbidite e mai nette o spigolose. Le sue sculture non sono ferme, ma danno l’impressione di precedere o seguire un movimento. Pur trovandoci di fronte alla staticità che la scultura comporta nel suo essere, le sue opere tridimensionali trasmettono un dinamismo, il divenire, un andare oltre.
Nel nostro incontro, ho conosciuto un artista apprezzato, al quale si sono rapportate numerose Istituzioni pubbliche e private. Sicuramente l’Accademia Navale l’ha fatta da padrona diventando, il suo personale “Museo”. Qui sono in bella mostra il “Crocefisso” in bronzo nella Cappella della Chiesa, la “ Via Crucis “formata da quindici formelle in terra cotta, una “Fonte Battesimale” con San Giovanni Battista, il tabernacolo, una Resurrezione, e una Santa Barbara di bronzo patinato (Patrona della Marina Militare e degli artificieri) alta due metri, donata all’Accademia dalla Fondazione Giorgio Merati di Milano. Un rapporto, quello di Costantino, nato con i massimi rappresentanti dell’Istituzione Militare, in quali videro nell’artista , grande professionalità e bravura. Tra le opere realizzate ricordiamo anche il “San Giorgio” in Bronzo (in ricordo della nave che portò gli allievi in America) donato al Museo di Detroit da parte dell’Accademia Navale in rappresentanza dell’Italia in occasione del Bicentenario Indipendenza degli Stati Uniti d’America. Due le figure in quegli anni che l’artista ricorda con piacere ovvero, l’Ammiraglio Giovanni Monassi, che ricoprì anche l’incarico di Capo di Stato Maggiore Marina Italiana e l’Architetto Giovanni Salghetti Drioli, con il quale collaborò per oltre venti anni. Con quest’ultimo, imparò a osservare le cose soffermandosi anche sul profilo architettonico e non solo scultoreo. Tra le sue innumerevoli opere, che fanno bella mostra in tante località italiane, ne vogliamo ricordare alcune rappresentative come la prima che donò a Vezzano Ligure, un bassorilievo a due Partigiani caduti. Negli anni 80’, su richiesta dell’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) di Sarzana, realizzò un monumento ai Marinai caduti in mare. Preparò il bassorilievo in creta, che poi fu realizzato in bronzo nell’Arsenale di Piacenza. A Livorno, su incarico della Madre Superiore delle “Sorelle dei poveri di Santa Caterina da Siena “, realizza la “Beata Savina Petrilli”. Una prima statua fu donata dalla Famiglia Invernizzi all’Istituto Santa Caterina da Siena (fronte Terrazza Mascagni a Livorno). Un’altra oggi, è collocata a Firenze in zona “Le Cure “, ma quella che spicca maggiormente vista la sua posizione, si trova in Piazza San Francesco a Siena. Tra i Bassorilievi presenti a Livorno , meritano sicuramente una visita quello in terracotta, “Ultima cena” alla Chiesa di San Giovanni Bosco e quello in bronzo nella Cappella dei ceri votivi al Santuario di Montenero. Il sogno di Costantino , nonostante le numerose soddisfazioni avute in tutta Italia, sarebbe però quello di poter donare alla città di Livorno una sua opera, pensiero che esternò già nel 2008 attraverso un’intervista avuta con Sandra Mazzinghi e pubblicata sul quotidiano “Corriere di Livorno”.All’epoca ne progettò una legata allo sport (la Pallacanestro), che avrebbe fatto bella figura all’esterno dell’attuale PalaModì, sogno purtroppo non realizzato. Per Costantino ogni esperienza maturata negli anni è sempre stata un punto di partenza per il lavoro successivo, non si è mai sentito appagato, ma ha sempre cercato la perfezione e gli stimoli per dare sfogo alla sua arte. Ne è la riprova in questi giorni il busto di Amedeo Modigliani nato dalle sue sapienti mani. Artista Modì, al quale Costantino è sempre rimasto affascinato per l’amore e la forza che metteva nell’arte, e forse aggiungo io, in lui si rispecchia come impostazione e sensibilità caratteriale.
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